Il Monastero si racconta è la concretizzazione di un percorso di lavoro sotto la direzione scientifica di Stefano Turolla che, tempo fa, nel corso di alcune ricerche archivistiche sul Monastero Olivetano, fu colpito dalla nutrita presenza di manoscritti dell’abate don Alessandro Rossi. In particolare la sua attenzione si soffermò su un codice, il Notabilium, nel quale l’abate rodigino annota minuziosamente tutti gli accadimenti (dalle questioni legali a quelle edilizie) inerenti il Monastero nel periodo compreso tra il 1733 e il 1765. Il materiale raccolto costituiva una sorta di narrazione, quasi un racconto. Il Monastero, attraverso gli scritti di Rossi, e non solo, si raccontava, narrava la sua storia, si descriveva.La sfida che si presentò era come divulgare queste informazioni ad un pubblico il più ampio quanto eterogeneo possibile ed al contempo rendere questa divulgazione permanente, non limitata nel tempo, senza trascurare l’uso di un linguaggio che potesse avvicinare al Monastero anche i giovani.
La collaborazione tra CeDi e Fondazione Banca del Monte di Rovigo ha portato alla realizzazione di un progetto che, attraverso diversi supporti –materiali ed informatici- racconta la storia dell’evoluzione architettonica del complesso monastico e individua gli “spazi ritrovati”, cioè la destinazione d’uso che i vari ambienti avevano alla metà del XVIII secolo.
Per rendere ancora più fruibile ed accessibile a tutti le interessanti informazioni raccolte, si è ricorso alla creazione di questa pagina web dove è collocato il lavoro della ricerca ed il nuovo percorso didattico-culturale all’interno dell’ex monastero. Con questo strumento il visitatore è reso partecipe anche dell’atmosfera che traspare dalle pagine del Notabilum, grazie all’audioguida, scaricabile, in cui è lo stesso don Rossi a narrare la storia e gli ambienti del suo tempo. La pagina web presenta inoltre il progetto nelle sue azioni e fasi di lavoro, gli attori coinvolti, le finalità.
Il progetto è stato realizzato grazie alla combinazione di diverse competenze: del CeDi onlus, associazione molto attiva nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio storico culturale polesano, e della Fondazione Banca del Monte di Rovigo, da sempre impegnata nel recupero e nella valorizzazione dell’identità storico-culturale polesana e negli interventi educativo-formativi. Proprio quest’ultima mission ha permesso la partecipazione della scuola e quindi dei giovani. Il programma di “Alternanza Scuola Lavoro” studiato con l’Istituto d’Istruzione Superiore Edmondo De Amicis, con gli indirizzi Grafico e Turismo, ha consentito di unire due aspetti fondamentali del progetto: creare una grafica più giovane e una comunicazione turistica, con particolare riguardo verso le generazioni under 20, e coinvolgere attivamente i giovani studenti in una esperienza formativa che permettesse di avvicinarli al mondo del lavoro e di riappropriarsi del patrimonio culturale del proprio territorio.
Il progetto “Il Monastero si racconta” si rivolge sia ai cultori della materia, per il rigore scientifico e la correttezza delle informazioni fornite, sia a tutti coloro che a vario titolo si recano nella struttura del Monastero, oggi sede del Museo dei Grandi Fiumi, sia, ancora, a chi non si è mai avvicinato all’ex complesso Olivetano quale invito a visitarlo. L’intento del progetto è, senza trascurare la funzione museale dell’edificio, quello di richiamare l’attenzione sul valore del “contenitore”, così ricco di storia e di cultura.
Concretamente il progetto consta di varie azioni didattico-informative. Innanzitutto, una pannellistica chiara ed esaustiva che sintetizza il lavoro di ricerca e suggerisce la suggestione dei luoghi dell’ex complesso monastico denominati “spazi ritrovati”. Un primo pannello informativo, collocato nell’androne d’ingresso, riporta le quattro fasi dell’evoluzione storico architettonica del Monastero dall’anno della sua fondazione (1255) al raggiungimento dell’impianto attuale (1755), la storia del monastero riportata da Don Alessandro Rossi nel Notabilium con la riproduzione delle due pagine del codice e relativa trascrizione, e la disposizione degli spazi interni del piano terra così come si presentavano a metà del ‘700. Un secondo pannello, posizionato sulla vetrata che chiude la porta di accesso al piano primo, riporta le destinazione degli spazi interni di questo piano sempre riferiti alla metà del XVIII secolo. Oltre venti targhe, poi, costituiscono il percorso storico-culturale “Gli spazi ritrovati”, posizionate in corrispondenza di altrettanti locali, che riportano le destinazioni d’uso degli ambenti così come si presentavano nel 1755.
Inoltre, il progetto ha predisposto un QR code, posizionato sul primo pannello, che rimanda a questa pagina, ospitata nel sito istituzionale della Fondazione Banca del Monte di Rovigo. Qui è possibile accedere ad informazioni dettagliate sul progetto e qui si può scaricare l’audio-racconto “I ricordi che serbo nel cuore. Trent’anni di storia letti attraverso la testimonianza di Don Alessandro Rossi, ultimo Abate di governo, nel suo Notabilium (1733 – 1765)”, a cura di Luigi Marangoni, Stefano Turolla e Donatella Girotto.
Il progetto, infine, ha visto la produzione di un depliant che, come per la pannellistica descritta, è stato ideato con il coinvolgimento dell’Istituto De Amicis, l’indirizzo Grafica per la progettazione e l’indirizzo Turistico per la traduzione in lingua.
Il progetto Il Monastero si racconta è promosso e realizzato da Fondazione Banca del Monte di Rovigo e Cedi onlus con la collaborazione di Comune di Rovigo, Museo dei Grandi Fiumi, Fondazione Rovigo Cultura, Turismo e Cultura, CTG Centro Turistico Giovanile Veneto, Istituto Istruzione Superiore De Amicis di Rovigo e con il patrocinio della Provincia di Rovigo.
Presentazione de Il Monastero si racconta
Sabato 15 ottobre 2016 alle ore 10 in Sala Flumina, Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo.
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